In questi primi mesi di legislatura, sono in molti a chiedere per comprendere il funzionamento dei Fondi che l’Europa destina ai 28 Stati
Parlare delle opportunità dell’Europa o cercare un fondo ad hoc non sono aspetti semplici. Nel secondo caso, stiamo parlando di un vero e proprio lavoro molto complesso, fatto di parole chiave e di tanto inglese.
Oltre il 76% del bilancio dell’UE è gestito in collaborazione con le amministrazioni nazionali e regionali con un sistema di “gestione concorrente”, essenzialmente mediante cinque grandi fondi – i Fondi strutturali e d’investimento.
- Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) – sviluppo regionale e urbano
- Fondo sociale europeo (FES) – inclusione sociale e buon governo
- Fondo di coesione (FC) – convergenza economica delle regioni meno sviluppate
- Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)
- Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP)
Al netto degli aspetti politici della gestione, sono in molti a pensare che puntare al restante 24% sia più semplice. A scanso di equivoci, diretti o indiretti, i fondi europei devono sempre avere una gestione oggettiva, scevra da politicizzazioni o morali di parte. L’obiettivo è la crescita e il benessere del territorio cercando al contempo di aiutare i territori maggiormente svantaggiati. Le scelte su cosa e come destinare i fondi è sempre politica.
Quali sono i fondi gestiti direttamente dall’Unione europea?
- sovvenzioni destinate a progetti specifici collegati alle politiche dell’UE, di solito a seguito di un “invito a presentare proposte” Una parte dei finanziamenti proviene dall’UE, un’altra da fonti diverse.
- appalti conclusi dalle istituzioni europee per acquistare servizi, beni o opere necessari per le loro attività, per es. studi, corsi di formazione, organizzazione di conferenze o attrezzature informatiche. Gli appalti sono aggiudicati mediante bandi di gara.
I fondi hanno una gestione dettata dalla Commissione europea che, con i suoi 28 commissari, ha la responsabilità politica della sua destinazione. Il Parlamento europeo, con mesi di anticipo, cerca di suggerisce alcune modifiche.