Presentata a Bruxelles la ricerca sul sovraffollamento turistico. Lucia Vuolo (ID/Lega): “Senza regole non andiamo da nessuna parte. Subito un Commissario al turismo“
Bruxelles. Leggere la ricerca sul sovraffollamento turistico è interessante e allo stesso modo allarmante. Andiamo per gradi.
La ricerca “Sovraffollamento turistico: impatto e possibili risposte politiche” è stata curata da Paul PEETERS, Stefan GÖSSLING, Jeroen KLIJS, Claudio MILANO, Marina NOVELLI, Corné DIJKMANS, Eke EIJGELAAR, Stefan HARTMAN, Jasper HESLINGA, Rami ISAAC, Ondrej MITAS, Simone MORETTI, Jeroen NAWIJN, Bernadett PAPP and Albert POSTMA. Pubblicata nell’ottobre 2018 la ricerca ha visto vari docenti universitari europei che hanno contribuito a dare un metodo per delineare il sovraffollamento turistico in tutte le sue dinamiche.
Molti dei problemi del sovraffollamento turistico sono legati alla percezione (negativa) dell’incontro di un numero elevato fra visitatori, residenti, imprenditori e diversi gruppi di turisti in determinati luoghi e momenti.
Le cause profonde del sovraffollamento turistico possono essere causate dai modesti costi di trasporto e dallo sviluppo tecnologico (ad esempio le piattaforme digitali, i social media). Sebbene la scarsa disponibilità di dati non consenta di effettuare un’analisi approfondita degli effetti delle piattaforme dei social media sul sovraffollamento turistico, taluni dati confermano che esse contribuiscono alle concentrazioni del flusso di visitatori nel tempo e nello spazio e a un ulteriore aumento del numero di arrivi.
Uno dei risultati principali del presente studio è che l’impatto del sovraffollamento turistico può essere di natura sociale, economica e ambientale.
Discostandosi forse dall’immagine spesso veicolata dai mezzi di comunicazione, l’analisi degli studi di casi suggerisce che le mete più vulnerabili non sono necessariamente le città, quanto piuttosto i siti appartenenti al patrimonio costiero, insulare e rurale.
Le conclusioni di questo studio suggeriscono che gli indicatori più pertinenti per stabilire il sovraffollamento turistico sono:
- la densità (numero di pernottamenti per km2) e l’intensità (numero di pernottamenti per residente) turistica;
- la quota della capacità di letti di Airbnb rispetto alla capacità di letti complessiva di Airbnb e booking.com;
- la quota occupata dal turismo nel prodotto interno lordo (PIL) regionale;
- l’intensità dei viaggi aerei (ossia il numero di arrivi via aerea diviso per il numero di residenti); e
- la vicinanza agli aeroporti, ai porti per le navi da crociera e ai siti patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
Se vuoi continuare a leggere l’estratto in italiano questo il link. If you want read a complete study (only in English) you can visit this link.
Lo studio è stato presentato il 6 novembre 2019 a Bruxelles durante la riunione di Commissione Trasporti e Turismo. Nel corso del dibattito è intervenuta anche Lucia Vuolo, europarlamentare ID/Lega.
Non esiste ad oggi un database europeo pubblico, condiviso e valido per il riscontro dei flussi turistici interni e esteri. Non esiste una reale politica turistica coordinata. Siamo soggetti al business indiscriminato anche dei portali citati dalla ricerca. Per quanto veri, non trovo incoraggiante lavorare sui dati di Booking o Airbnb per mancanza di politiche europee quanto nazionali. Da questa Commissione possiamo suggerire, parlare e chiedere maggiori disponibilità di fondi per le infrastrutture locali come strade o ferrovie. Dalla lettura deduco che il sovraffollamento nasca anche dal business dei grandi tour operator. E’ stata suggerita una task force sul turismo, va bene, ma quale sarà il nostro referente in Commissione? Ad oggi, l’Europa non mi sembra abbia mai avuto un commissario per il turismo e vista la fatica della Presidente Van Der Leyen a completare la sua commissione, non penso ci saranno novità. Eppure è proprio il turismo a generare profitti incredibili in Europa. Napoli, Capri, Venezia, Bruges o le Isole Canarie, per citarne qualcuna sono invase dai turisti, ma qualcuno si è mai posto il potenziale danno al patrimonio naturale e artistico? Poniamo il problema da qui, da questa Commissione che sembrerebbe essere l’unico baluardo politico del turismo in Europa.