E’ passato un bel po’ di tempo tanto che le nuove generazioni non sanno quello che accadde il 12 novembre 2003 in Iraq.
Nostri connazionali, militari e civili stavano lavorando per aiutare quei territori a tornare alla normalità dopo decenni di tirannia di Saddam Hussein. Era da poco finita la “Seconda Guerra del Deserto”, quella che scardinò definitivamente il sistema politico iracheno basato unicamente sulla tirannia.
“Antica Babilonia”, questo il nome della missione che aveva portato in oriente un bel po’ di nostri connazionali, militari e civili. Lo scopo “mantenere la pace” ovvero ricostruzione del “comparto sicurezza” iracheno attraverso l’assistenza per l’addestramento e l’equipaggiamento delle forze, a livello centrale e locale, sia nel contesto della NATO sia sul piano bilaterale; creazione e mantenimento della necessaria cornice di sicurezza; concorso al ripristino di infrastrutture pubbliche ed alla riattivazione dei servizi essenziali; rilevazioni radiologiche, biologiche e chimiche; concorso all’ordine pubblico; polizia militare; concorso alla gestione aeroportuale; concorso alle attività di bonifica, con l’impiego anche della componente cinofila; sostegno alle attività dell’ORHA; controllo del territorio e contrasto alla criminalità.
(da Wikipedia). Nel mese di marzo 2003 inizia l’operazione Iraqi Freedom (OIF), o seconda guerra del golfo, da parte di una coalizione composta principalmente degli eserciti britannico e statunitense e da altri Stati. Il 1º maggio 2003 la guerra è ufficialmente finita, anche se di fatto gli eserciti stranieri non hanno mai avuto il controllo pieno del territorio, subendo gravi perdite inflitte dalla resistenza irachena e da attacchi terroristici.
La risoluzione ONU 1483 del 22 maggio 2003 approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, invita tutti gli Stati a contribuire alla rinascita dell’Iraq, favorendo la sicurezza del popolo iracheno e lo sviluppo della nazione.
Nasce così l’operazione “Antica Babilonia”. Il contigente tricolore aveva in carico il Sud dell’Iraq. Base operativa Nassiriya. Ed è proprio qui che, un attentato terroristico del 12 novembre uccise dodici carabinieri, cinque soldati dell’esercito e due civili. I feriti furono 20, 15 carabinieri, tre militari e un civile.
- maresciallo capo Massimiliano Bruno, promosso a maresciallo aiutante s. UPS, croce d’onore alla memoria; medaglia d’oro di benemerito della cultura e dell’arte.
- vicebrigadiere Giuseppe Coletta, promosso a brigadiere, croce d’onore alla memoria.
- maresciallo aiutante s. UPS Giovanni Cavallaro, promosso a sottotenente, croce d’onore alla memoria.
- appuntato Andrea Filippa, promosso appuntato scelto, croce d’onore alla memoria.
- maresciallo aiutante s. UPS Enzo Fregosi, promosso a sottotenente, croce d’onore alla memoria.
- maresciallo ordinario Daniele Ghione, promosso a maresciallo capo, croce d’onore alla memoria.
- vicebrigadiere Ivan Ghitti, promosso a brigadiere, croce d’onore.
- appuntato scelto Domenico Intravaia, promosso a vicebrigadiere, croce d’onore alla memoria.
- carabiniere Horatio Majorana, promosso a appuntato, croce d’onore alla memoria.
- maresciallo aiutante s. UPS Filippo Merlino, promosso a sottotenente, croce d’onore alla memoria.
- maresciallo capo Alfio Ragazzi, promosso a maresciallo aiutante s. UPS, croce d’onore alla memoria; Medaglia d’oro di benemerito della cultura e dell’arte.
- maresciallo aiutante s. UPS Alfonso Trincone, promosso a sottotenente, croce d’onore alla memoria.
- caporal maggiore Alessandro Carrisi, promosso a 1º caporal maggiore, croce d’onore alla memoria.
- 1º caporal maggiore Emanuele Ferraro, promosso a caporal maggiore scelto, croce d’onore alla memoria.
- tenente Massimo Ficuciello, promosso a capitano, croce d’onore alla memoria.
- maresciallo ordinario Silvio Olla, promosso a maresciallo capo, croce d’onore alla memoria.
- caporale Pietro Petrucci, promosso a caporal maggiore, croce d’onore alla memoria.
Civili italiani:
- Marco Beci, cooperatore internazionale;
- Stefano Rolla, regista.