Se un aeroporto inquina, nessun supporto dall’Ue. Ecco servita la violenza ambientale di Bruxelles

Napoli, Bari, Reggio Calabria. E magari quelli su cui dobbiamo puntare come Salerno e Pisticci non avranno vita facile. Stiamo parlando degli aeroporti che vengono tagliati fuori dai fondi Eu perché inquinano.

«E’ giusto dare regole, è giusto difendere l’ambiente. Ma allo stesso modo, all’improvviso, è assurdo chiudere le porte a chi, nel rispetto delle regole, ha sempre lavorato. Io sono per l’ascolto, quindi il supporto alle aziende che non riescono a investire per la cosiddetta “transizione”» così Lucia Vuolo nel commentare la notizia da cui poi è sorta l’interrogazione parlamentare cofirmata con altri Eurodeputati leghisti.

«Tanti i settori colpiti dall’emergenza Covid-19, turismo e trasporti quelli che hanno subito dure perdite – spiega l’europarlamentare campana – insieme ai miei colleghi di Bruxelles ho sottoscritto un’interrogazione alla Commissione europea incentrata non solo sulla crisi del settore aeroportuale, ma sull’atteggiamento poco lungimirante dell’Ue e del Governo italiano».

«L’Ue e il Governo italiano si dimenticano di un settore fondamentale per la nostra economia, come peraltro confermano i contenuti dell’ultima manovra – spiega la Vuolo – e pensare che neanche una settimana fa, stavamo lavorando per dare maggiore supporto a tutta la rete aeroportuale e dei trasporti, vagliando tutte le possibili strade per un ritorno rapido alla normalità. Ma una scelta del genere spiazzerebbe chiunque».

Da qualche giorno, la notizia pubblicata da quotidiani accreditati e riscontrata in documenti ufficiale, raccontano che nessun finanziamento andrà a chi inquina.

«Tutela dell’ambiente, sviluppo e lavoro devono camminare di pari passo per uscire da questa crisi – aggiunge l’esponente della Commissione trasporti e turismo dell’Eurocamera – l’assenza di fondi sia dalla Banca europea di investimento e i vincoli forti annunciati dalla Commissione mettono a rischio la tenuta delle aree periferiche dell’Unione compreso l’intero Sud Italia. Il nostro Meridione ha bisogno anche dei programmi di sviluppo predisposti dalla Banca Europea di Investimenti per portarsi al pari delle altre regioni europee. Incredibilmente però – conclude Lucia Vuolo – complice la politica di questa Commissione, l’ambiente sta diventando un modo per dividere ancora di più. Spero che la mia si riveli una semplice valutazione pessimistica, per poter continuare a lavorare senza indugio per la Campania, Basilicata, Calabria, insomma per il bene del nostro Meridione”.

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