#8marzo2022 “Voglio farlo, posso farlo e lo farò”.

Io sono per un’etica del rispetto piena e consapevole che deve essere applicata giorno per giorno, non solo l’8 marzo. Ciononostante, riflettere su quanto è stato fatto e quali sono i prossimi passi, è certamente doveroso.

Nonostante le leggi, nonostante i regolamenti, durante l’ultimo fine settimana, ho pianto per la perdita di Anna, 30 anni, ammazzata dall’ex fidanzato con un colpo di pistola mentre era al lavoro, a Pontecagnano, a due passi da Salerno. Un dolore inimmaginabile per la madre Fortuna alla quale è andata la mia preghiera più forte.

Dall’est Europa ci arrivano immagini disastrose. Anche qui le donne, mamme, zie, nonne che fuggono con i propri cari, avvolgono i figli in coperte di fortuna per scappare dalla guerra, dalla morte, lasciandosi dietro tutta la vita che hanno costruito. Stamane l’Alto Commissariato per i rifugiati dell’ONU ha dichiarato che due milioni di persone hanno lasciato l’Ucraina. In maggioranza donne, bambini e anziani. Un problema umanitario nel cuore dell’Europa che deve essere affrontato, senza alcun indugio.All’Ucraina però non dimentichiamo quanto avviene quotidianamente in altre parti del mondo come in Messico o in Myanmar.

Il Parlamento europeo ha discusso tante risoluzioni per evitare qualsiasi forma di violenza, i Governi nazionali hanno fatto altrettanto, ma quello che registriamo racconta che c’è ancora tanta strada da percorrere. Ciononostante qualcosa sta cambiando.

Una riflessione su tutte. Il Parlamento europeo ha eletto nel gennaio 2022 la terza donna alla Presidenza, tutte elette dall’assemblea dal 1979 ad oggi.

La signora Simone Veil (1979-1982), la signora Nicole Fontaine (1999-2002) e quindi Roberta Metsola. Donne elette Presidenti per la loro tenacia, per la loro forza, per i loro ideali.Così dovrebbe essere sempre. La capacità non può subire una prevaricazione dettata dell’essere un “non uomo”, non posso pensare che in 20 anni, nessuna donna abbia potuto aspirare alla sedia più alta dell’europarlamento.

Fortunatamente, dopo 20 anni, l’Europarlamento, e non solo, ha potuto dare l’esempio. Ora Roberta è alla testa del Parlamento europeo, quindi Ursula in capo alla Commissione e Christine alla Banca Centrale Europea. Un fatto storicamente rilevante. I fatti raccontano un’Europa che, finalmente, sta tornando a segnare il passo su base reale e non ideologica.

Nel corso della plenaria di quest’oggi, larga parte dedicata alla giornata mondiale della donna, in molte hanno chiesto pari dignità. Dalla nostra parte abbiamo tanto da poter insegnare, siamo indiscutibilmente l’essenza della vita, a volte complicate, ma senza di noi, il mondo sarebbe in bianco e nero.

Io credo che, al di là di ogni retorica, l’essenza di una donna si racconti in mille sfaccettature e in molteplici linguaggi. Lo si fa perché, ancora oggi, la forza spesso si scontra con il pregiudizio, il coraggio si scontra con delle preclusioni, le ambizioni si scontrano con mentalità oppositive.

Eppure, io dico che in quelle sfaccettature, in tutte quelle sfumature, il valore va riconosciuto sempre ed in ogni ambiente, in ogni contesto. Perché è cosa giusta. Perché non si subiscano più gli eventi. Perché i sogni, le progettualità, le ambizioni, gli obiettivi, non abbiano più ostacoli, e perché ciascuna donna possa dire, sempre e comunque: “Voglio farlo, posso farlo e lo farò”.