Fare parte della Commissione per la pesca del Parlamento europeo è un compito incredibilmente complesso e, allo stesso tempo, di grande prestigio.
Il trattato di Lisbona (2009) ha conferito al Parlamento europeo maggiori poteri legislativi, consentendogli di contribuire alla definizione della politica comune della pesca (PCP) e di monitorare le regole che governano le attività dei settori della pesca e dell’acquacoltura dell’UE.
La pesca in Europa è disciplinata da una politica comune, con norme comuni approvate a livello dell’UE e applicate in tutti gli Stati membri. Le norme che regolano questo settore sono frutto di continue concertazioni, quasi sempre annuali, tra i vari Stati Membri. Un guazzabuglio di regole e direttive, di politica e diplomazia che vale la pena ricostruire, analizzare con il supporto di esperti, amministratori e politici.
In Europa la pesca può contare su 107’807 occupati (dati: relazione economica annuale del 2020 sulla flotta peschereccia dell’UE), di cui 27’060 in Spagna, 20’065 in Italia.
Per capire l’economia che ruota intorno alla pesca basti sapere che il Parlamento europeo ha adottato in via definitiva il Fondo per la pesca 2021-2027, per sostenere l’economia blu, proteggere la biodiversità e promuovere la governance internazionale degli oceani ovvero 6,1 miliardi di euro per la pesca sostenibile e per i pescatori.
Una settore incredibilmente vasto che è necessario studiare, conoscere e analizzare per fare del nostro meglio per l’Italia in Europa. Ed ecco nascere l’idea di 3 piccoli libri con l’obiettivo di spiegare a noi tutti, cos’è la pesca e come si può tutelare il nostro Mediterraneo.
Scarica il Volume 1 di “Mediterraneo, mare d’Europa” – leggi il PDF