Equipollenza dei titoli, in autunno confronto a Bruxelles

LETTERA APERTA.

Torno sul discorso equipollenza.

Come molti sanno, circa un anno fa ho inviato un’interrogazione alla Commissione europea nella quale chiedevo lumi circa l’atteggiamento del Ministero dell’Istruzione nei confronti degli italiani con titolo abilitativo estero. Nella sua risposta, la Commissione informava di aver “ricevuto una serie di denunce, che sta attualmente esaminando”. Nel frattempo molte azioni ho portato avanti, sia in sede europea sia in sede nazionale.

Come molti sanno, in silenzio.

Perché? Perché credo che si possa lavorare anche senza proclami e perché, ho notato, che quando spiegavo quello che stavo facendo trovavo maggiori resistenze. E questo l’ho sperimentato io sulla mia azione da europarlamentare e lo ha sperimentato ciascuno di voi come docenti in attesa di nulla osta.

La situazione, devo dire tutta italiana, che stiamo vivendo ha trovato la sensibilità della mia collega europarlamentare spagnola, presidente della Commissione Petizioni del Parlamento europeo, con la quale ho avuto un’amabile chiacchierata dieci giorni fa.

La mia idea è quella di organizzare un momento di incontro-dibattito a Bruxelles, al Parlamento europeo, con nomi e presenze di rilievo, tra Europarlamento e Commissione europea.

Avevo già chiesto all’Avvocato Maurizio Danza, professionista che dal 2018 sta portando avanti con altrettanti colleghi e docenti una battaglia di grande valore, e spero che possa essere con noi a Bruxelles.

Il mio obiettivo è affrontare il problema sotto il profilo europeo, avendo ben presente la direttiva 2005/36/CE, le decisioni adottate da varie Nazioni rispetto al tema “equipollenza”. E’ una battaglia di civiltà e di valori europei. Siamo uno dei sei Paesi che ha fondato l’UE, non dimentichiamolo mai.

Infine, con franchezza, mi ha lasciato perplessa l’apprendere di un “ricorso collettivo” alla Commissione europea per il quale viene richiesto un “contributo associativo” di 50 euro. Ho consultato a tal proposito l’Avvocato Danza, noi non abbiamo mai sentito di “ricorsi”, piuttosto di interrogazioni, petizioni e al limite di lettere (come quelle già inviate da me e da tanti docenti) alla Commissione o al Commissario delegato.

Al netto di questo, la mia battaglia continua. Io sono sempre con voi.

Lucia Vuolo, Deputato al Parlamento europeo.