Elezione del Parlamento Europeo 8 e 9 giugno 2024

Lucia
VUOLO

Lucia Vuolo

La forza del PPE
per il futuro
del Meridione

Interrogazioni alla Commissione Europea

Diversi i temi affrontati in cinque anni di attività parlamentare tra Bruxelles e Strasburgo dall’Onorevole Lucia VUOLO. Non solo come componente della Commissione Ambiente, Salute Pubblica, PMI e Sicurezza Alimentare, della Commissione Trasporti e Turismo e quindi della Commissione Pesca ed Acquacoltura, l’Onorevole Vuolo ha avuto modo di interrogare la Commissione Europea su temi come i diritti umani, agricoltura, PMI, sicurezza stradale, comparto vitivinicolo, desertificazione bancaria e molto altro

interrogazione alla commissione europea su:

salute

Particolarmente attiva nei lunghi mesi in cui l’Italia ed il mondo intero sono stati colpiti dalla pandemia COVID19, l’Onorevole Vuolo è sempre stata al fianco delle proprie comunità senza soluzione di continuità, affrontando e risolvendo le diverse problematiche poste dai cittadini.

Il comparto sanità ha avuto spesso un ruolo di primo piano, soprattutto nella difesa dei principi cardine dell’Unione europea. Lo scorso 12 aprile 2024, tra le varie, l’Onorevole Lucia Vuolo ha chiesto alla Commissione europea quale potesse essere il migliore approccio del Governo italiano per il cosiddetto “Comparto Sanità”onde evitare potenziali discriminazioni.

Testo. Il “comparto sanità” italiano comprende circa 30 professioni sanitarie, tutte intellettuali, soggette a responsabilità, necessitanti di titolo universitario, di iscrizione all’Ordine e di aggiornamento continuo. Solo otto categorie (come medici, psicologi, ecc.) possono avere un impiego pubblico indeterminato e svolgere stabilmente anche la libera professione, mentre alle ulteriori 22 (circa 600 000 professionisti) ciò è di fatto precluso. Vista pure la sentenza CGUE, del 13 gennaio 2022, nella causa n. C-282/19, può la Commissione far sapere se:

  1. Possono sussistere discriminazioni tra i professionisti italiani dello stesso “comparto sanità”, in violazione degli articoli 4 e 18 della direttiva 2000/78/CE, degli articoli 1 e 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e/o dell’articolo 153 TFUE?
  2. È al corrente di potenziali discriminazioni tra professionisti sanitari italiani e lavoratori di altri paesi dell’UE che svolgono medesime mansioni?

interrogazione alla commissione europea su:

diritti umani

Sul tema dei diritti umani, anche le violazioni sistematiche dei diritti umani in Iran, con particolare attenzione alla difficile situazione delle donne, ha spinto l’eurodeputata Lucia Vuolo a chiedere alla Commissione europea “di intensificare l’impegno diplomatico dell’UE e a sostenere il cambio di regime”.

Nell’interrogazione dell’8 marzo 2024, la Deputata scrive alla Commissione europea:
La rivolta a livello nazionale avvenuta in Iran dal settembre 2022 al marzo 2023 ha messo in evidenza l’estrema brutalità del regime misogino, in particolare nei confronti di studentesse e attiviste. Il mondo si è meravigliato per lo straordinario coraggio e la resilienza mostrati dalle donne iraniane contro le forze oppressive del regime al potere in Iran.
L’imposizione da parte del regime iraniano di codici di abbigliamento oppressivi e le severe punizioni in caso di inosservanza sono ben documentate, il che riflette l’esistenza di un sistema più ampio di discriminazione e violenza di genere. Il significativo aumento del numero di esecuzioni di donne in Iran nel 2023, che ha superato i dati precedenti, indica una preoccupante escalation della violenza di Stato contro le donne.
Le madri in lutto hanno cercato giustizia per i figli persi, trasformando le occasioni solenni dei loro memoriali in opportunità di resistenza. Decine di persone sono state arrestate. Le prigioniere politiche, persino quando incatenate, hanno dato prova di eccezionale resistenza e coraggio, ispirando una lotta diffusa per la libertà, nonostante gli attacchi del regime.

Alla luce di quanto sopra, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:

  1. In che modo può l’UE utilizzare la sua influenza diplomatica per sostenere la ricerca di libertà e democrazia da parte delle donne iraniane?
  2. Quali misure può adottare l’UE per garantire che la sua posizione rispetto al cambio di regime in Iran sia in linea con la promozione della democrazia, dei diritti umani e della sicurezza dei cittadini iraniani, in particolare delle donne?

interrogazione alla commissione europea su:

desertificazione bancaria

La desertificazione bancaria è un fenomeno economico e sociale in continua espansione. Istituti locali chiudono continuamente nelle regioni europee, non solo nei piccoli centri, ma sempre di più anche nelle aree periferiche delle grandi città. In Italia sono più di quattro milioni i cittadini e 230.000 le imprese che non hanno accesso a tali servizi nel comune di residenza. In molti comuni montani o di difficile accesso il primo sportello disponibile si trova a chilometri di distanza, con gravi ripercussioni sul tessuto economico del territorio dovute allo spostamento di imprese e famiglie verso centri più serviti. Il fenomeno è dunque discriminatorio, poiché priva intere fasce di popolazione, soprattutto anziani e disabili, del diritto a una prestazione essenziale.
Ha inoltre gravi conseguenze economico-occupazionali, a causa dell’impatto negativo sia sull’offerta di credito alle piccole aziende locali sia sul mercato del lavoro.

Alla luce della funzione sociale svolta da tali entità e tenuto conto degli obiettivi europei in materia di coesione e riduzione del divario tra i livelli di sviluppo delle regioni europee, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:

  1. Ha esaminato il preoccupante fenomeno della chiusura delle filiali
    bancarie nei piccoli comuni europei?
  2. Quali azioni può mettere in campo per tutelare i cittadini delle
    piccole realtà locali?

A rispondere, il Vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis a nome della Commissione europea il 14 dicembre 2023 che fornisce spiegazioni e novità in merito. “Nel contesto dei lavori del gruppo di esperti della Commissione sul corso legale dell’euro (ELTEG) e della valutazione d’impatto che accompagna la proposta di regolamento relativo al corso legale delle banconote e delle monete in euro, la Commissione ha esaminato la tendenza alla diminuzione dei punti di accesso al contante, compresa la chiusura delle filiali bancarie.
Nella zona euro il numero complessivo di punti di accesso al contante comincia a mostrare un declino, con una tendenza al ribasso ancora più netta del numero medio di filiali bancarie ogni 100.000 abitanti, anche se le tendenze variano da uno Stato membro all’altro, a conferma dell’eterogeneità delle situazioni locali. La Commissione è intervenuta inserendo nella sua proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al corso legale delle banconote e delle monete in euro, all’articolo 8, una disposizione che stabilisce l’obbligo per gli Stati membri di assicurare un accesso sufficiente ed effettivo al contante in tutto il loro territorio e in tutte le loro regioni, comprese le zone urbane e non urbane. Gli Stati membri avrebbero l’obbligo di controllare l’accesso al contante, valutare ogni anno la situazione nel loro territorio e comunicare la propria valutazione alla Commissione e alla Banca centrale europea. Qualora non fosse garantito un accesso sufficiente ed effettivo al contante, gli Stati membri dovrebbero adottare misure correttive. Tra le misure potrebbe rientrare l’imposizione di requisiti geografici in materia di accesso ai prestatori di servizi di pagamento che offrono servizi di prelievo di contante affinché mantengano servizi di gestione del contante presso un numero sufficiente di filiali in cui svolgono attività.
La proposta di revisione della direttiva sui servizi di pagamento può facilitare ulteriormente l’accesso al contante, in quanto consente ai dettaglianti di offrire un servizio di fornitura di contante anche in assenza di un acquisto da parte del cliente, senza dover ottenere un’autorizzazione a operare come istituto di pagamento o esserne un agente. Tale servizio è vincolato ad alcune condizioni, quali un massimale di 50 EUR per ogni prelievo e l’obbligo di comunicare eventuali commissioni addebitate. La proposta consentirebbe inoltre ad alcuni gestori di ATM che non prestano servizi di pagamento di radicamento del conto di gestire sportelli automatici senza bisogno di autorizzazione, semplificando la prestazione di alcuni servizi ATM.

interrogazione alla commissione europea su:

istruzione

Particolare rilievo è stata l’interrogazione posta il 5 settembre 2022 relativamente ai “Docenti abilitati e specializzati all’estero penalizzati ed esclusi dalle graduatorie”. L’Europarlamentare Lucia Vuolo era stata compulsata per una scelta del Ministero dell’Istruzione (OM 112/2022) di loccare, senza possibilità di lavoro, tutti i Docenti con l’abilitazione estera (in UE) all’insegnamento. “All’alba della ripresa delle attività scolastiche, si presenta in Italia una situazione insostenibile: a fronte di un altissimo numero di posti dedicati ai docenti di sostegno attualmente vacanti, vi sono circa 7.000 docenti che attendono da più di due anni l’equipollenza dei titoli presso i Ministeri competenti. Tale situazione di stallo, per la quale è assolutamente necessario fare chiarezza, è causata dall’applicazione dell’Ordinanza Ministeriale 112 del 06.05.2022 che di fatto blocca ed inibisce ai docenti abilitati e specializzati all’estero di stipulare contratti con la scuola in attesa di riconoscimento del titolo. In virtù del prospettato quadro e dei gravi effetti che produce sul già complesso mondo dell’insegnamento e dei giovani che vi si affacciano per la prima volta, si chiede alla Commissione:

  1. se l’Ordinanza Ministeriale 112 del 06.05.2022, impedendo agli abilitati all’estero il conferimento dei contratti a tempo determinato in attesa del riconoscimento del titolo, vìola il diritto all’acceso parziale tutelato dalla direttiva 36/2005 e dal pedissequo decreto legislativo 206/2007;
  2. quali azioni intenda intraprendere al fine di garantire la piena attuazione del diritto alla libertà di circolazione, così come previsto dall’art. 45 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, vista la palese violazione dello stesso.

Dopo ben 4 mesi, ben oltre i termini prescritti dai regolamenti parlamentari, Thierry Breton risponde a nome della Commissione europea. “La Commissione ringrazia l’onorevole deputata per la segnalazione di potenziali ostacoli al funzionamento del mercato unico e più in particolare al riconoscimento delle qualifiche professionali. In assenza di un’armonizzazione della professione di docente a livello dell’UE, gli Stati membri sono liberi di regolamentare tale professione conformemente alle norme dell’UE.

Per quanto riguarda le qualifiche, la professione di docente è regolamentata dalla normativa italiana, con la conseguenza che i docenti devono essere in possesso delle qualifiche richieste per poter esercitare tale professione sul territorio italiano. Considerato che i docenti abilitati in altri Stati membri non dispongono della qualifica italiana richiesta, essi possono esercitare la professione in Italia soltanto dopo aver ottenuto il riconoscimento della loro qualifica professionale in tale paese. Le autorità italiane hanno la facoltà di negare l’accesso a posti di lavoro con contratti a tempo determinato a coloro che non possiedono detto riconoscimento. La disposizione dell’ordinanza ministeriale n. 112, del 6 maggio 2022, che impedisce l’accesso alla professione in mancanza del riconoscimento della qualifica non appare pertanto in contrasto con la direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali.
Le autorità italiane devono tuttavia garantire che la procedura per ottenere il riconoscimento sia completata il prima possibile.
Di recente la Commissione ha ricevuto una serie di denunce, che sta attualmente esaminando. Qualora venga accertata una violazione della direttiva 2005/36/CE o di altre norme dell’UE, la Commissione assicurerà un seguito adeguato”.

interrogazione alla commissione europea su:

trasporti

Diverse le interrogazioni presentate, dalle presunte penali nascoste di alcune compagnie low cost al fenomeno dell’over booking passando per la disparità di trattamento tra la compagnia italiana ITA Airways e quella francese Air France, disparità che seppur negata è del tutto evidente nell’attuale trattativa tra gli italiani ed i tedeschi di Luſthansa.

La prima interrogazione del mandato da europarlamentare, è stata dedicata all’Aeroporto di Salerno “Costa d’Amalfi”. Il 9 gennaio 2020, l’Onorevole Lucia Vuolo aveva avuto notizia di diversi milioni di euro di capitale, pubblico e privato, destinato allo scalo aeroportuale salernitano, ma aveva anche scoperto che il “Costa d’Amalfi” era sconosciuto all’UE seppure scalo di interesse nazionale come confermato anche dalla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati con già Presidente Giorgia Meloni.

In Italia, secondo la classificazione degli aeroporti inseriti nella Trans-European Transport Network (TEN-T), sono stati inseriti 11 aeroporti “core” e 22 “comprehensive”. Tra i “core” sono inclusi sia lo scalo aeroportuale sia il porto di Napoli. Invece, seppure di interesse nazionale, l’aeroporto di Salerno non è stato considerato nel progetto TEN-T. Il porto di Salerno, invece, è indicato come “comprehensive”.

Ciò premesso, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:

  1. Esistono, e quali sono, finanziamenti europei (diretti o indiretti) stanziati con il coinvolgimento della Commissione europea per i nodi “comprehensive” e “core” presenti in regione Campania?
  2. Apprendiamo di un possibile potenziamento dell’aeroporto di Salerno situato a circa 50 chilometri dall’aeroporto di Napoli. La Commissione ritiene che lo scalo di Salerno possa essere considerato complementare a quello di Napoli e quindi essere inserito nella prossima revisione della TEN-T?

La risposta non si fa attendere ed è della Commissaria Adina Vălean che il 20 aprile 2020 scrive: “Nell’ambito del precedente periodo finanziario 2007-2013 l’UE ha contribuito al potenziamento della linea ferroviaria ad alta velocità Roma-Napoli nel quadro del programma della rete trans-europea di trasporto (TEN-T). Nel periodo finanziario attuale 2014-2020 la regione riceve cofinanziamenti dell’UE in qualità di partner per diversi progetti multinazionali o multiregionali riguardanti, ad esempio, le autostrade del mare, il cielo unico europeo, i carburanti alternativi e l’interoperabilità ferroviaria nell’ambito del meccanismo per collegare l’Europa (MCE). 2. L’articolo 24, paragrafo 2, del regolamento TEN-T e la metodologia di pianificazione della rete TEN-T stabiliscono chiare soglie in termini di volume del traffico merci o di quello passeggeri per gli aeroporti che possono essere inclusi nelle reti TEN-T globale e centrale. Devono inoltre essere soddisfatti ulteriori criteri relativi alla distanza e all’accessibilità. In tale contesto l’aeroporto di Salerno non raggiunge le soglie summenzionate, oltre a non poter essere incluso nella rete TEN-T per ragioni di accessibilità, data la sua vicinanza a Napoli.
La Commissione sta attualmente effettuando un riesame del regolamento TEN-T, che potrebbe portare a una revisione dello stesso entro il 2021. Durante tale procedimento potrebbe essere possibile rivalutare se ulteriori infrastrutture soddisfano la metodologia definita e possono essere incluse nella rete TEN-T. È probabile che, in tale valutazione, la vicinanza a un altro aeroporto rimanga un criterio rilevante.

interrogazione alla commissione europea su:

agricoltura

Dalla minaccia della vespa velutina (detta anche calabrone dalle zampe gialle) per la biodiversità e la difesa del miele europeo alla difesa del grano duro, comprendendo anche il regime cosiddetto “de minimis” previsto per gli agricoltori.

Prima la Turchia poi la Russia. Il grano in arrivo da queste aree extra UE sono una minaccia alla tenuta economica degli agricoltori italiani ed europei. Alla fine del 2023, “la Turchia, un paese storicamente deficitario sotto il profilo cerealicolo e con un mercato del grano duro nazionalizzato, è entrata nel mercato libero nel luglio 2023. All’improvviso, i quantitativi di durum esportati dalla Turchia sono aumentati esponenzialmente. Parallelamente, la Borsa merci di Foggia ha riaperto, dopo quattro settimane di chiusura estiva, con un calo di 60 euro/tonnellata rispetto alla seduta del 2 agosto 2023.
Nel quinquennio 2018-2022, la quota media di grano duro che l’Italia ha importato dalla Turchia è stata dell’1,4%. Nel 2023 è arrivata al 44,5%. Il notevole incremento della quota è imputabile a un prezzo all’esportazione anomalo del grano duro turco, essendo quest’ultimo più basso rispetto al prezzo imposto dal “Turkish Grain Board” per il commercio interno del medesimo prodotto. Alla luce di tale situazione, può la Commissione chiarire se:

  1. Ritiene che le pratiche adottate dalla Turchia, nella determinazione dei prezzi di esportazione del grano duro, violino gli accordi dell’unione doganale con l’UE prefigurando un’attività di dumping?
  2. Ritiene di dover verificare se il grano duro turco arrivato nell’Unione europea nel periodo luglio/agosto 2023 sia conforme a quanto stabilito dal protocollo 2 concernente il regime preferenziale applicabile all’importazione in Turchia di prodotti agricoli originari della Comunità?

La risposta del 13 ottobre è affidata al Commissario all’Agricoltura Janusz Wojciechowski. Il commercio di prodotti agricoli (compreso il grano duro) tra l’UE e la Turchia è disciplinato dalla decisione n. 1/98 del Consiglio di associazione CE-Turchiache vieta restrizioni quantitative agli scambi commerciali di prodotti agricoli tra l’UE e la Turchia e tutte le misure di effetto equivalente. I protocolli 1 e 2 stabiliscono i regimi preferenziali applicati alle importazioni di prodotti agricoli originari rispettivamente della Turchia e dell’UE. Il
grano duro non è contemplato nell’allegato 1 del protocollo n.1 e può pertanto essere importato nell’UE in esenzione da dazi (il protocollo n.2 non è applicabile in quanto riguarda le importazioni in Turchia). Se i quantitativi o i prezzi dei prodotti importati dall’altra parte causano (o rischiano di causare) perturbazioni dei mercati dell’UE o della Turchia, l’articolo 5 della decisione n.1/98 prevede un meccanismo di consultazione in seno al Consiglio di associazione e non esclude, se necessario, l’applicazione di misure di emergenza. I dati del Consiglio internazionale dei cereali mostrano che nel 2023 la Turchia ha un raccolto abbondante di grano duro. È pertanto possibile che le esportazioni turche di grano duro raggiungano un livello record. Le esportazioni turche verso l’UE sono state molto consistenti all’inizio della campagna 2023/2024, il che ha portato a un calo dei prezzi in Italia e altrove nell’UE. Tuttavia, i prezzi bassi non sono necessariamente prezzi di dumping. Per aprire un’inchiesta antidumping, la Commissione necessita di sufficienti elementi di prova del fatto che le importazioni verso l’Unione sono effettuate a prezzi di dumping e causano un pregiudizio all’industria dell’UE. La Commissione continuerà a monitorare gli sviluppi del mercato del grano duro dell’Unione e, se necessario, adotterà misure adeguate.
Anche le etichettature “allarmanti” sulle bottiglie di alcolici da parte dell’Irlanda sono state al centro dell’attività dell’europarlamentare Lucia Vuolo.
“Il tentativo dell’Irlanda di introdurre un’etichettatura di avvertimento sul pericolo del consumo di alcolici risale al 2018 tramite il Public Health Alcohol Act. A luglio 2022 l’Irlanda ha notificato alla Commissione la bozza di legge, suscitando pareri negativi da parte di quattordici Stati membri.

La moratoria è scaduta il 22 dicembre 2022 senza che la Commissione esprimesse obiezioni, nonostante non vi siano studi scientifici che dimostrano una correlazione tra consumo moderato di alcolici e cancro o malattie del fegato. L’Unione europea sta lavorando da anni per cercare di armonizzare l’etichettatura di bevande e alimenti e il Parlamento europeo si è espresso chiaramente riguardo l’etichettatura di bevande alcoliche e la necessità di distinguere tra uso e abuso.
Studi scientifici dimostrano i benefici del consumo moderato di vino, in particolare sul rischio cardiovascolare. La misura irlandese crea una rottura all’interno del mercato interno e rischia di portare ingenti perdite economiche al settore vitivinicolo europeo. Ciò premesso, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:

  1. Per quale ragione non è intervenuta per bloccare la proposta irlandese?
  2. Non pensa che l’introduzione di un’etichettatura allarmistica impatterà sul mercato interno e sul tentativo di armonizzare le etichettature a livello europeo?

Risposta di Stella Kyriakides a nome della Commissione europea arriva il 14 marzo del 2023.
“La Commissione rimanda alla risposta all’interrogazione scritta E-003413/2022. Il progetto di legge irlandese del 2022, che rappresenta una misura di esecuzione del Public Health Act (legge sulla sanità pubblica) del 2018, è stato valutato nel quadro del regolamento relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori (regolamento FIC) per quanto riguarda la formulazione delle avvertenze obbligatorie relative alla salute, e nel quadro della procedura prevista dalla direttiva sulla trasparenza del mercato unico per quanto riguarda la presentazione delle indicazioni obbligatorie già armonizzate a livello di UE in materia di valore energetico e di titolo alcolometrico. Nell’analisi effettuata nel quadro del regolamento FIC, la Commissione ha ritenuto che le autorità irlandesi avessero dimostrato che le misure notificate erano giustificate da motivi di salute pubblica, tenuto conto della situazione in Irlanda, e che le eventuali restrizioni per il mercato interno che le misure potrebbero comportare sono proporzionate all’obiettivo perseguito.
Per quanto riguarda la procedura prevista dalla direttiva sulla trasparenza del mercato unico, la valutazione delle disposizioni è limitata agli aspetti delle disposizioni notificate che sono ancora in forma di progetto, fatte salve le modifiche. Nel 2016 l’Irlanda ha notificato alla Commissione il progetto di requisiti per la fornitura di informazioni sul valore energetico e sul titolo alcolometrico delle bevande alcoliche. All’epoca la Commissione ha formulato osservazioni e l’Irlanda ha adottato le misure nel 2018. Dopo aver analizzato esclusivamente i progetti di misure notificati nel 2022, la Commissione ha deciso di non formulare alcuna osservazione nel quadro della direttiva sulla trasparenza del mercato unico. Nel piano europeo di lotta contro il cancro la Commissione ha annunciato la propria intenzione di lavorare all’introduzione di avvertenze sanitarie sulle etichette delle bevande alcoliche. Sono in corso i lavori preparatori e la raccolta di dati”.

Cinque anni vissuti con intensità, con la consapevolezza non solo della responsabilità che rappresento, ma anche con la lungimiranza di chi pone le proprie comunità, i territori del Sud Italia, al centro di ogni azione.

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